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NFT e la loro applicazione nel mercato dell'arte contemporanea. Un bluf annunciato.


La prima Photomorfosi: Il calice anno 1994


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26 febbraio 2024
Quando ho iniziato ad occuparmi di arte contemporanea, e nel mio caso specifico di fotografia artistica digitale, mi sono sempre concentrato sulla divulgazione del mio pensiero artistico e sul messaggio che volevo far percepire ai fruitori delle mie Photomorfosi.

Non ho mai seguito la corrente del momento ma ho sempre cercato la mia strada in modo da distinguermi dalla massa e dalla mediocrità che aleggiava nell'ambiente artistico. A distanza di decenni spero di esserci riuscito.

Sin dal 1994, quando ho iniziato a esporre le mie elaborazioni digitali, e a farmi conoscere sia a livello locale ma sopratutto a livello nazionale, ho sempre cercato di fare valere il mio operato senza dover pagare i critici, i galleristi, gli articoli di giornale poiché è mia convinzione che il merito va sempre premiato.

Oggi sono più che mai convinto che nella maggior parte dei casi quando si cita l'arte contemporanea attuale e i suoi protagonisti si descrive il nulla o quantomeno un piattismo mediocre che sopravvive soltanto poiché alcuni personaggi sono disposti a fare monete false pur di esporre e farsi conoscere.

I risultati si possono vedere nelle varie mostre a pagamento sparse in tutto il globo siano esse in luoghi fisici che virtuali. Non ho mai condiviso il fatto: arte contemporanea uguale business. Il concetto che se pago il critico, il gallerista, lo storico dell'arte, e vendo alla grande posso considerarmi un artista, non mi trova concorde. Nel mio piccolo sono sempre riuscito a suscitare l'interesse della critica e delle riviste spacializzate senza pagare nulla.
Articolo Computer Arts anno 2000

Il mercato dell'arte contemporanea, a mio avviso, mal si concilia con il pensiero artistico. Van Gogh docet. Tutti sanno che nella sua tormentata vita è riuscito a vendere un solo quadro ma rimane sempre il solo nonché unico Van Gogh e le sue opere non hanno prezzo.

Oggi nel calderone del mercato dell'arte sono spuntati gli NFT. Essi sono, questo il mio punto di vista, diretti discendenti della criptovaluta ossia quella forma di valuta effimera che in molti casi si è dimostrata fallimentare se non addirittura dannosa.

Nel 2021, se non vado errato, un file digitale di Beeple è stato venduto per circa 58 milioni di Euro dalla famosa casa d'aste londinese Christie's. In questa occasione Rodriguez-Fraile ( matematico, mecenate nonchè investitore) disse che il mondo della crypto art era il presente e il futuro del settore, tanto da fondare il Museum of Crypto Art con esposizioni virtuali di opere digitali, tra cui anche la sua collezione.
File digitale di Beeple

Trovo alquanto curioso che all'epoca si era convinti che comprare e vendere file digitali in rete, pagando e incassando esclusivamente criptovalute, quindi aria fritta, era la cosa migliore che poteva capitare all'arte contemporanea.

Infatti, già nel 14 ottobre 2022, ossia un anno dopo, sul web si poteva leggere un' articolo in merito di Stefano Carli che sfatava clamorosamente il mito NFT. Il titolo: Sotto il token niente. Gli Nft sono passati di moda prima ancora di capire che cosa fossero mi ha fatto molto riflettere e mi ha messo “in guardia” da eventuali tentativi di truffa che orbitano attorno agli NFT.

Giornalmente ricevo via e-mail , o meglio tramite la mia pagina Instagram, molte richieste di pseudo-estimatori di arte contemporanea che desiderano acquistare le mie opere digitali. Quotazione attuale circa 2500$ in criptovaluta ad opera. Quando specifico che la vendita avviene esclusivamente tramite gallerie online o spariscono nel nulla o, peggio, mi insultano poiché non capisco niente e che perdo una occasione unica di vendita.

Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegare perché una persona dovrebbe spendere fior fior di quattrini per avere in cambio il nulla invece di una opera unica su stampa Fine Art e per meno denaro. Per quanto mi riguarda ho una modesta collezione di circa oltre 1000 opere sia fisiche che digitali di vari artisti internazionali e con varie tecniche nonché svariati temi.
Opera pittorica di Adriano Micoli


Il fatto di vederle, ovviamente non tutte, esposte alle pareti mi gratifica molto. A parte il valore in termini di vil denaro credo che non ci sia confronto con il piacere di avere a disposizione opere che stimolano la propria fantasia o sensazioni che “il nulla” non potrà mai offrire.

Ovviamente quanto sopra rimane esclusivamente un mio pensiero ma leggendo i vari recenti articoli sull'argomento mi sono accorto che sono in buona compagnia.

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